Incontro nell'orto con un "piccolo" bruco di Acherontia Atropos, falena comunemente nota con il simpatico appellativo di Sfinge Testa di Morto.
"Pepilio feralis" per Plinio il Vecchio, deve il suo nome all'infernale fiume Acheronte e alla Moira Atropo, che con le sue cesoie recide il filo della vita.
La peculiare macchia a forma di teschio sul dorso della falena, ha alimentato numerose superstizioni: la Sfinge, infatti, sarebbe foriera di pestilenze e guerre e portatrice di disgrazie e morte. La sua apertura alare può raggiungere i 13 cm. Unica farfalla al mondo capace di produrre un verso, se spaventata, emette un vero e proprio grido udibile fino a 40 m di distanza.
"Questa creatura da incubo" (cit.) è protagonista del racconto "La Sfinge" di Edgar Allan Poe. Appare, inoltre, tra le pagine di "Dracula" di Stoker, nei versi di Keats e Gozzano, nei romanzi "Le Intermittenza della Morte" di Saramago e "Il silenzio degli innocenti" di Harris (la falena è raffigurata anche nella locandina dell'omonimo film). Entra a pieno titolo nella storia del cinema fin dal 1929, con il cortometraggio surrealista "Un chien andalou" di Buñuel e Dalì; in una pellicola del 1968 un entomologo folle, modificando il genoma umano, ne crea un esemplare enorme (Il Mostro di Sangue).
